I prossimi Enhanced Games consentiranno agli atleti di competere utilizzando doping. L’annuncio ha suscitato diverse critiche che hanno definito l’iniziativa pericolosa e immorale.
Il 24 maggio 2026 si svolgerà a Las Vegas la prima edizione degli Enhanced Games, ovvero i “giochi aumentati/migliorati”. La manifestazione sportiva vedrà confrontarsi atleti ed atlete di diverse nazionalità in competizioni di: nuoto, atletica e sollevamento pesi. La particolare novità è che ogni mezzo per migliorare la performance sarà consentito – incluse le sostanze dopanti – che non verranno sottoposte ai tradizionali controlli.
Finti record ma soldi veri
Nello scorso mese di febbraio il nuotatore greco Kristian Gkolomeev, nuotando in 20,89 secondi i 50 metri stile libero, ha siglato un nuovo primato mondiale della disciplina. Ai giochi olimpici di Parigi aveva terminato quinto, con un tempo di 21.59 secondi. Nonostante la prestazione migliore della storia, il risultato non è stato riconosciuto dalla World Aquatics. Infatti, la tuta in poliuretano utilizzata è vietata in gara dal 2010, mentre per quanto riguarda le sostanze dopanti, l’atleta ha dichiarato che si trattava di sostanze ammesse su prescrizione medica. Omologato o meno, il record del mondo ha assicurato a Gkolomeev un premio in denaro di 1 milione di dollari, rispetto ai ventimila assegnati tradizionalmente in un campionato del mondo.
Oltre al nuoto anche il mondo dell’atletica leggera è stato scosso. A settembre Fred Kerley, duplice medaglia olimpica nei 100 metri, è diventato il primo atleta della disciplina a prendere parte agli Enhanced Games. Lo statunitense ha dichiarato di essere pronto a superare i suoi limiti ed infrangere il leggendario record di Usain Bolt stabilito nel 2009. Una scelta – quella di partecipare – che non nasce dal nulla; infatti, Kerley nel corso dell’anno era stato sospeso provvisoriamente per una presunta violazione delle norme antidoping, rischiando un allontanamento di due anni dalle competizioni.

Una nuova visione del corpo umano
Aaron D’Souza – la mente degli Enhanced Games – ha dichiarato di voler cambiare la conversazione globale sullo sport e sulla salute. Secondo quest’ultimo, numerosi atleti fanno uso di doping, ma solo una piccola parte viene scoperta. Dunque, sostiene che tramite questo nuovo formato si possa raggiungere una maggiore equità. Tuttavia, è risaputo che ciascun corpo umano reagisce in maniera diversa alle sostanze dopanti e che non tutti gli atleti hanno le disponibilità finanziarie per procurarsi le migliori soluzioni. D’Souza sostiene inoltre che attraverso l’iniziativa si possa auspicare una maggiore sicurezza, in quanto i partecipanti potranno cercare il doping apertamente anziché acquistarlo da fonti illecite.
“The next era of human potential is here”, questo lo slogan scelto dagli organizzatori per promuovere l’imminente manifestazione. L’idea sembra dunque essere quella di creare una super umanità. Ben Proud, affermato nuotatore britannico, ha annunciato sul suo profilo Instagram la partecipazione agli Enhanced Games in tal modo: “sfidare tutto ciò che sappiamo sulle prestazioni e avere la possibilità di spingersi ai limiti del potenziale umano con gli strumenti e le possibilità del nostro tempo”. Una rincorsa, quella verso il transumano, che non potrebbe verificarsi senza i finanziatori che hanno deciso di sostenere l’iniziativa visionaria. Tra questi troviamo volti noti, come il miliardario Peter Thiel ed il figlio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump Jr.
Il mondo sportivo sugli scudi
Nonostante gli organizzatori abbiano a più riprese affermato di avere come priorità la sicurezza degli atleti, le condanne provenienti dal mondo sportivo tradizionale non si sono fatte attendere. La WADA – l’Agenzia Mondiale Antidoping – ha condannato gli Enhanced Games definendoli un progetto “pericoloso e irresponsabile” che mette a repentaglio la salute degli atleti. Sulla stessa linea troviamo Swiss Sport Integrity, che ha classificato l’iniziativa: “in netto contrasto con i valori fondamentali dello sport, come l’equità, la salute e l’integrità”.
Noè Ponti, dal canto suo, raccoglie il guanto di sfida e rilancia. Ai microfoni della RTS, oltre a ribadire la sua contrarietà verso il formato, ha lanciato un appello ai colleghi: dimostrare di essere più veloci degli atleti dopati.
Testo Numa Cariboni
Immagine © The New York Times
